A partire dal 25 gennaio 2024 fino al 3 febbraio, la Pubblica Assistenza di Tavarnuzze promuove una bellissima iniziativa all’interno del fondamentale impegno di preservare la memoria di una delle pagine più oscure della Storia umana. Perché, col passare inesorabile del tempo, i ricordi rischiano di sbiadirsi, di circoscriversi e di perdere dettagli di fondamentale importanza. Per questo motivo diventa necessario preservare momenti di sensibilizzazione diffusa, che cerchi di mettere in luce quelli che sono stati eventi così crudeli e distruttivi, e che hanno per anni incancrenito la quotidianità delle persone. All’interno dei locali dell’Associazione si terrà una mostra che avrà come oggetto e scopo, quello di evidenziare come durante il periodo di sopruso nazi-fascista, anche lo sport sia stato uno strumento monopolizzato nelle mani del regime che ha spezzato le vite degli atleti per motivazioni antisemite, politiche, ideologiche e di autodeterminazione.

La rilevanza fondamentale della memoria, della consapevolezza e della conoscenza di quello che ha rappresentato per anni la repressione della libertà di pensiero, di parola, di opinione e di possibilità personale viene ad assumere un ruolo sempre più centrale.

Ma perché lo sport? La curatrice della mostra, Barbara Trevisan, spiega cosa ha favorito l’avvio di questa iniziativa:

“L’idea di questa mostra è nata dalla lettura di un articolo apparso sull’inserto “Sportweek” della Gazzetta dello Sport del 21 gennaio 2012, intitolato “In memoria delle atlete cancellate”. La giornalista, Jane Santoro, racconta le storie di atlete tedesche ebree che, alla fine degli anni Trenta, avevano messo a segno record nazionali e mondiali e per questo nella loro patria, la Germania, erano conosciute e amate. Per anni, però di questi primati negli annali sportivi tedeschi non c’è stato nessun riferimento, erano come scomparsi, ma la mostra intitolata “I record dimenticati”, allestita dall’Haus des sports di Berlino ha reso giustizia a queste atlete, che hanno visto compromesse dalla follia del nazionalsocialismo non solamente la loro carriera sportiva, ma anche la loro vita. Da qui lo stimolo e il desiderio di andare a ricercare storie di atleti, non solo ebre, che non essendosi voluti allineare alle ideologie naziste e fasciste hanno dovuto subire la deportazione nei campi di concentramento.”

Il Presidente della Pubblica Assistenza di Tavarnuzze, Pietro Giannelli, racconta, riguardo all’organizzazione della mostra:

“Siamo estremamente orgogliosi di poter accogliere la cittadinanza all’interno dei locali dell’Associazione, facendo così scoprire cosa ha rappresentato per gli sportivi vivere sotto il giogo di un regime totalitario.

Due sono i momenti assolutamente fondamentali da evidenziare: in primo luogo, ci tengo a sottolineare la grande partecipazione avuta durante l’inaugurazione, avvenuta giovedì 25 gennaio, a cui hanno preso parte la curatrice della mostra, Barbara Trevisan, che ci ha guidato nei dettagli della esposizione, cosa ha rappresentato l’invasione dell’ideologia totalitaria nella quotidianità; il Governatore della Regione Toscana Eugenio Giani, il Consigliere Regionale Massimiliano Pescini e i Sindaci di Impruneta e Scandicci Riccardo Lazzerini e Sandro Fallani; sono intervenuti anche Marco Poli, Dirigente Scolastico dell’Istituto Comprensivo di Impruneta, Paolo Allegretti, Rappresentante Unione Nazionale Veterani dello Sport, e Niccolò Mancini, Presidente di ANPAS nazionale.

Chiuderà la mostra sabato 3 febbraio alle 16.00 Tiziano Lanzini, vicepresidente di ANED (Associazione Nazionale Ex Deportati), la cui presenza ci riempie di gioia.

Il lavoro dell’Associazione non si fermerà certo qui, tuttavia riteniamo che, come evento iniziale del 2024, Campioni nella Memoria possa essere un ottimo punto di partenza.

Ringrazio nuovamente tutti gli ospiti e la cittadinanza accorsa in questi primi giorni di apertura.”

La mostra sarà aperta al pubblico la mattina dalla 10.00 alle 13.00 e il pomeriggio dalle 15.30 alle 18.00 fino a sabato 3 febbraio 2024.